“Un alunno con DSA potrà venire diagnosticato solo dopo l’ingresso nella scuola primaria, quando le difficoltà eventuali interferiscano in modo significativo con gli obiettivi scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità formalizzate li lettura, di scrittura e di calcolo.
Tuttavia, durante la scuola dell’infanzia l’insegnante potrà osservare l’emergere di difficoltà più globali, ascrivibili ai quadri di DSA, quali difficoltà grafo-motorie, difficoltà di orientamento e integrazione spazio-temporale, difficoltà di coordinazione oculo-manuale e di coordinazione dinamica generale, dominanza laterale non adeguatamente acquisita […]”.
(Tratto da: Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, Miur, 2011)
PERCHE’ E’ IMPORTANTE L’IDENTIFICAZIONE PRECOCE?
Alcuni bambini durante il proprio percorso scolastico incontrano delle difficoltà che possono pregiudicare il percorso di apprendimento; tali difficoltà prendono il nome di DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), ed includono difficoltà negli ambiti della lettura, della scrittura e del calcolo.
I bambini nei quali si riscontra questo tipo di difficoltà sono caratterizzati da spiccata intelligenza, creatività e capacità di risolvere problemi immaginando soluzioni inedite; tuttavia, in questi soggetti, avviene uno sviluppo neurobiologico atipico che si manifesta proprio nel corso dei primi apprendimenti, determinando ritardi e insuccessi, spesso portatori di situazioni di ansia e disagio. Proprio per questo motivo è di fondamentale importanza identificare l’origine di queste difficoltà in modo tempestivo e preciso, in modo tale da evitare l’attribuzione dei sintomi propri dell’esordio di un DSA ai falsi miti della pigrizia e dello scarso impegno. Il risultato, in questo caso, potrebbe infatti essere disastroso per la vita dei bambini e delle loro famiglie, con gravi danni all’autostima dei primi e sentimenti di frustrazione e spesso solitudine per le seconde.
IL RUOLO DELLA SCUOLA
Iniziare già dalla scuola dell’infanzia ad intercettare tali difficoltà, potenziare le competenze implicate e lavorare a fondo sull’autostima nell’approccio agli apprendimenti, risulta essere di fondamentale importanza. Il punto di forza della scuola dell’infanzia è, infatti, la plasticità didattica, la quale permette di strutturare percorsi di rafforzamento delle abilità in esame sotto forma di giochi da proporre a tutto il gruppo, evitando così sentimenti di esclusione ed inferiorità.
Ovviamente, se durante le verifiche delle competenze si è riscontrato che alcuni bambini hanno raggiunto pochi traguardi, o li hanno raggiunti in modo parziale, è auspicabile coinvolgere la famiglia, raccontando le attività svolte e il comportamento del bambino, evitando di esprimere valutazioni generiche o giudizi di valore. Anche i genitori potranno così avere un ruolo attivo, riportando a casa i giochi e le strategie che si saranno concordati insieme agli insegnanti al fine di sviluppare le competenze nelle quali si sono riscontrate delle lacune.
BREVE FOCUS SULLE ABILITA’ LINGUISTICHE
Dai tre ai sei anni si possono manifestare comportamenti altamente predittivi di una successiva difficoltà nell’apprendimento. Infatti, anche se i bambini hanno tempi e ritmi diversi, intorno ai quattro anni essi sono normalmente in grado di comprendere e farsi capire; in caso contrario potremmo trovarci di fronte ad un segnale predittivo.
Alcune aree particolarmente importanti per lo sviluppo del linguaggio, e dunque da tenere sotto controllo, sono:
- la comprensione
-la produzione
- l’articolazione e lo sviluppo del lessico.
In questi campi è importante osservare se il bambino ha scambi verbali appropriati, se comprende le consegne a voce alta o le fraintende, se riesce ad eseguire istruzioni complesse di due o più azioni, se utilizza plurali, articoli e congiunzioni, se è in grado di raccontare le proprie esperienze in modo ordinato.
Anche la padronanza fonologica è un’abilità particolarmente significativa: essa è infatti la capacità di percepire e riconoscere la diversità dei suoni e dei significati delle parole, e pronunciare ed usare queste differenze in modo adeguato. I bambini che hanno difficoltà in questa particolare area tenderanno a sostituire lettere simili (s/z,p/b), omettere lettere e parti di parola, invertire le sillabe, avere difficoltà ad isolare il prima e l’ultimo suono delle parole, difficoltà a riconoscere e comporre rime.
Ovviamente sono molteplici le attività che è possibile strutturare per allenare le aree sopracitate; alcune di queste possono consistere nel proporre giochi durante i quali i bambini devono riconoscere i versi degli animali o altri suoni/rumori ed attribuirgli un nome, distribuire schede con disegni e suoni onomatopeici da riconoscere, associare a diversi suoni balli e movimenti del corpo.
BIBLIOGRAFIA:
Centra Rita, (2011), Come leggere Dsa e scuola dell’infanzia. Quaderno operativo, Giunti Scuola, Firenze.
Decreto Ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 – Linee guida disturbi specifici di apprendimento.